Cappuccetto Rosso
CAPPUCCETTO ROSSO
Quando l’Editore Giovanni Fassio di Fiorina Edizioni, con cui collaboro da tempo, mi parlò di una versione francese in rima di Cappuccetto Rosso che aveva trovato in un libro dell’Ottocento e del progetto di trasporla in italiano ed illustrarla, fui subito presa dall’entusiasmo.
Ho sempre avuto una grande passione per le fiabe e per il loro utilizzo in psicoanalisi; in uno dei miei primi lavori fotografici, Fairy Glaze, ho utilizzato proprio il linguaggio universale e ambiguo delle fiabe per raccontare i disagi degli adolescenti.
A tal proposito l’antropologo e linguista russo Vladimir Propp (1895 – 1970), che studiò le origini storiche della fiaba, giunse alla conclusione che la nascita e gli elementi principali delle fiabe si possano far risalire a rituali e miti “primitivi” legati a riti di passaggio tra l’infanzia e l’età adulta e alle rappresentazioni della “morte”. Le fiabe popolari rappresenterebbero quindi il ricordo, tramandato nei secoli attraverso i racconti, degli antichi riti d’iniziazione solennemente celebrati presso le comunità primitive, durante i quali i ragazzi venivano sottoposti a prove per dimostrare di essere pronti ad entrare nella comunità degli adulti.
Per questo motivo la psicoanalisi ha identificato nella fiaba un valido supporto alla risoluzione dei problemi del bambino in crescita, assumendo cosi` una funzione catartica.
Cappuccetto Rosso, pur avendo uno stile narrativo destinato all’infanzia, rivela, forse più di altre fiabe, la propria funzione “iniziatica”, propedeutica ad affrontare e superare le prove della vita. Ricca di significati antropologici e psicologici, é conosciuta in due versioni; quella più antica è Le Petit Chaperon Rouge, apparsa nella raccolta di fiabe I racconti di mamma oca di Charles Perrault nel 1697 e, rispetto alla successiva versione dei fratelli Grimm, non contiene un lieto fine. La fiaba di Perrault termina con l’esplicitazione della morale che, in modo molto diretto, esorta le giovani donne a diffidare degli sconosciuti.
Come scrisse lo psicoanalista Bruno Bettelheim ne Il mondo incantato, “Cappuccetto Rosso perse l’innocenza dell’infanzia quando incontrò i pericoli in agguato dentro se stessa nel mondo”
La versione in francese, da cui ho tratto la mia trasposizione in rima libera, si ispira al Chaperon Rouge di Perrault. E` stata scritta da Emma Mahul Dejan (Parigi, 1815 – Livorno, 1879) nobildonna francese, poetessa, prolifica autrice e traduttrice. Era figlia di Pierre François Marie Auguste Dejean, generale Napoleonico presente a Waterloo e celebre entomologo. Introdotta nella cerchia dei petrarchisti francesi dal marito Alphonse Mahul, giornalista e politico, si dedicò con passione allo studio e alla traduzione del Petrarca. Intraprese diversi viaggi in Italia e, durante il soggiorno in Sicilia dal 1861 al 1863, divenne nota come traduttrice e poetessa ed incontrò i più famosi intellettuali del tempo.
Nella sua versione di Le Petit Chaperon Rouge, pubblicata nel 1874 all’interno della raccolta La véritable anthologie ou L’horticulture ancienne et moderne mnémonisée en plus de trois cents distiques et dédiée aux dames et aux adolescents, i versi, lievi e a volte ironici, mitigano la crudezza del racconto e contribuiscono ad evidenziarne il carattere simbolico.
Quando è iniziato il confinamento forzato causato dall’epidemia di Covid avevo già tradotto ed adattato in rima il testo dal francese ed appena iniziato ad abbozzare le tavole delle illustrazioni; continuare il progetto è stato per me una vera e propria ancora di salvezza per affrontare con determinazione il distacco sociale e ritrovare energia ed entusiasmo nel processo creativo.
Ne è nato un lavoro ibrido che include le illustrazioni realizzate con la tecnica del collage e una serie di fotografie che declinano in modo surreale le atmosfere gotiche della fiaba, riportando in primo piano il significato archetipico della narrazione e suggerendo un finale “alternativo” a sorpresa: la nascita di una “bambina lupo” che supera così la tragica vicenda narrata, diventando ancora una volta metafora del rito di passaggio dall’infanzia all’adolescenza.
Ed oggi diventa anche metafora dell’affrontare questo drammatico e surreale momento, costruendo un nuovo equilibrio per la convivenza e la sopravvivenza.
- Cappuccetto Rosso 1
- Cappuccetto Rosso 2
- Cappuccetto Rosso 3
- Cappuccetto Rosso 4
- Cappuccetto Rosso 5
- Cappuccetto Rosso 6
- Cappuccetto Rosso 7
- Cappuccetto Rosso 8
- Copertina
- Tavola 1 – C’era una volta
- Tavola 2 – Il bosco
- Tavola 3 – L’incontro
- Tavola 4 – La scommessa
- Tavola 5 – La nonna
- Tavola 6 – Metamorfosi
- Tavola 7 – La bambina lupo