Carla Iacono – Melancholia
23 Gen, 2019

melancholia

L’umanità deve ritrovare le proprie ali per giungere ad una condizione angelica nella quale tutto è luce e alba. 
E comprensione del mondo 

Maurizio Bernardelli Cruz

Carla Iacono – Melancholia

a cura di Clelia Belgrado

Vernissage: venerdì 25 gennaio 2019, dalle ore 18.00.

Sarà presente l’artista.

26 gennaio – 30 marzo 2019

A differenza dei precedenti lavori di Carla Iacono, basati principalmente sul ritratto, questo è un lavoro di paesaggio ma prosegue il percorso intrapreso con le serie precedenti, incentrate sull’analisi dei riti di passaggio, a partire dal passaggio dall’infanzia all’adolescenza.
E di un rito di passaggio si parla anche in “Melancholia”.
Le immagini sono state scattate durante i viaggi effettuati dall’artista per visitare la figlia Flora, che ha trascorso un anno a Tübingen (Germania) nell’ambito del programma Erasmus.
Si tratta quindi ancora una volta di un lavoro autobiografico, in cui il viaggio è inteso soprattutto nel suo significato archetipico, ovvero processo di individuazione, e come meccanismo di distacco/ritorno.
Il tutto rappresenta, mantenendo quindi una forte valenza autobiografica, il rito di passaggio della separazione.
Come nei panorami simbolico-contemplativi del Romanticismo tedesco il paesaggio è qui metafora dell’anima, ricco di contenuti che trascendono gli aspetti formali dell’immagine e rappresentano stati d’animo che spaziano dall’orgoglio materno alla malinconia ed alla preoccupazione per l’incertezza del futuro.
Il linguaggio è pittorico/fiabesco, secondo lo stile ormai consolidato di Iacono; ci mostra vedute
trasfigurate dal filtro della fantasia: luce, colori, piccoli particolari realizzati a collage (media già utilizzato dall’artista in lavori di installazione ed illustrazione), tra cui i corpi celesti inseriti nei cieli di tutte le vedute, che proiettano il reale in una dimensione più intima ed onirica.
Come nell’omonimo film di Lars Von Trier “Melancholia” da cui è mutuato anche il nome del progetto, i corpi celesti si stagliano sullo sfondo scatenando un senso di spaesamento e sottolineando la dicotomia (tra vulnerabilità e forza) dell’affrontare un futuro incerto.
Come nelle precedenti serie, Iacono non rinunzia a citazioni storico-artistiche, rappresentative di specifici sentimenti o legate ai luoghi visitati durante i viaggi; innanzi tutto il cinema d’autore con i richiami oltre che a Von Trier, anche a Andrej Tarkovskij, Alain Resnais, Gore Verbiski, Karel Zeman; e poi l’arte di Caspar David Friedrich e Dürer, i riferimenti a Eugenia di Leuchtenberg, principessa franco-tedesca a cui apparteneva una delle dimore ritratte, le silhouette di Lotte Reiniger.
Completano la serie fotografica un’installazione ed un “Carnet de Voyage” a soffietto che “svelano” alcune delle fonti iconografiche.